Marica, a caccia di stelle

erediterà la Terra

 

Time l’ha messa tra le cento persone più influenti al mondo, ma in Italia quasi nessuno sa chi sia. Non insulta il prossimo sui social, non manda video mentre balla; quindi in rete non esiste, se non nei circuiti per iniziati. Eppure Marica Branchesi (Urbino, 1977) ha contribuito ad afferrare il suono delle onde gravitazionali, e così gli astronomi  hanno potuto puntare i loro telescopi sulla galassia NGC4993 e godersi lo spettacolo: la fusione di due stelle di neutroni avvenuta 130 milioni di anni fa, quando al posto nostro c’erano i brontosauri. Proprio questa fusione, che gli scienziati chiamano coalescenza, ha dato luogo alle onde gravitazionali. Einstein le aveva previste un secolo fa, pochi credevano ancora di poterle captare, Marica sostiene che, se oggi lo incontrasse, gli direbbe “Albert ce l’abbiamo fatta”. Semplice e spiazzante come il suo sorriso, la nostra ricercatrice è una di quelle donne che stanno ereditando la Terra. L’Italia non è stata sempre generosa con lei. Però Marica ripete spesso che il nostro sistema di formazione è un modello per il mondo e i nostri laureati li vogliono tutti.

Certo, i giovani faticano ad emergere, qualche stortura, qualche logica gerontocratica esiste, e anche lei, dopo la sua Laurea in Astronomia a Bologna, nel 2002, e il suo dottorato su buchi neri e altri misteri dell’universo, ha fatto tanti anni di precariato ed è partita per gli Stati Uniti, finché dei fondi del ministero non le hanno permesso di tornare in Italia. L’America però è stata importante per la sua vita. Lì si è innamorata del suo compagno, il fisico Jan Harms, quando era al Caltech, Il Californian Institute of Technology. Andavano entrambi a caccia di stelle sulle note di Neutron Star Collision dei Muse, si sono trovati prima ancora di afferrare le onde gravitazionali.

Dalla collisione dei loro cuori sono nati due bambini stupendi. Il più grande, tre anni, già guarda il cielo con curiosità e dice a tutti che anche lui, come la mamma e il papà, lavora al Gran Sasso Science Institute (GSSI) dell’Aquila, una Scuola Universitaria Superiore, segno della rinascita di una città ferita.

 

Aldo Cazzullo da “Il Corriere della Sera”

 

Marica Branchesi
L’astrofisica Marica Branchesi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *