La tenerezza è fondamentalmente diversa dalla sessualità, dalla fame, dalla sete. Da un punto di vista psicologico pulsioni come la sessualità, la fame e la sete sono caratterizzate da una dinamica auto-propulsiva: crescono di intensità fino a quando non raggiungono un punto culminante in cui vengono soddisfatte. La tenerezza appartiene ad un altro tipo di pulsione: non ha scopo, non ha un punto culminante e non termina bruscamente. Trova soddisfazione nell’atto in se, nella gioia di essere cordiali e affettuosi, di prestare attenzione, di rispettare un’altra persona e renderla felice. Nella nostra cultura c’è poco spazio per la tenerezza, voglio dire che la nostra società la scoraggia; ciò dipende dal fatto che è orientata a uno scopo, tutto ha uno scopo, tutto ha una sua precisa meta che deve essere raggiunta. La tenerezza non ha alcun fine se non di godere di un sentimento di calore, piacere, sollecitudine nei confronti di un’altra persona. Il tentativo di negare la differenza fra i sessi e di omologare uomini e donne ha impedito alle donne di mostrare tutta la tenerezza di cui sono capaci e che costituisce un tratto specificatamente femminile. Anche se ci sono uomini molto più ricchi di questo sentimento.

 

 

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