La notizia della morte della Gina è di quelle che non colpiscono soltanto le persone che l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene, ma tagliano nel vivo un confine tra pensieri e sentimenti diverso da quello che avevamo creduto. Perché anch’io avevo dato poco credito all’accusa, da lei con frequenza ripetuta, che suo marito fosse morto a causa della prossimità della discarica. E’ sempre difficile dire che cosa provoca l’insorgenza di un tumore, e del resto di tumore si muore anche lontano dal perimetro di una discarica. Poi però era morto anche suo cognato, che abitava al pianoterra della stessa casa. E poi lei, che pure avevamo conosciuto vigorosa, volitiva, battagliera.

Questa concentrazione di decessi per lo stesso male adesso ci si erge davanti come un tronco abbattuto dal vento oltre la curva, con tutta la sua durezza, con tutta la sua pesantezza. Non che possa di per sé costituire un dato epidemiologico inoppugnabile; ma certo da considerare in via ipotetica come derivante da una lunga convivenza con quell’impianto, che non ebbe sempre una gestione limpida, e che se anche fosse stato gestito al meglio avrebbe ugualmente il carattere di un fattore di nocività, per quanto non ammesso da nessuna autorità sanitaria.

La discarica era stata chiusa il 31 dicembre 2009 grazie alla determinazione (finalmente) dell’autorità provinciale nella persona dell’assessore Marcello Mariani, al quale gli stessi partecipanti al comitato per la chiusura della discarica avevano reso merito; tuttavia discarica chiusa non significa che sia scomparsa; anzi, secondo gli esperti è proprio nel momento della dismissione che una gestione non corretta può diventare pericolosa. La preoccupazione era grande perché nel frattempo erano sorti contrasti tra i due soci della Castelcolonna Ambiente, il comune e il gestore. Ci siamo dunque rivolti all’assessore Mariani per ottenere le giuste informazioni. Trascriviamo pertanto la risposta:

“Le operazioni di capping (copertura) sono iniziate e si dovrebbero concludere entro quest’anno. Si tratta di un pacchetto di copertura di circa due metri e mezzo a vari strati che dovrà anche profilare il tutto. Nel contempo proseguono le operazioni di captazione del percolato e del biogas con relativa produzione di energia”.

Può darsi che un po’ di terra sopra rappresenti davvero l’epilogo di questa vicenda, e che ogni giudizio su quello che è avvenuto risulti alla fine temerario: per parte nostra, come non riuscimmo mai a convincere la Gina che non necessariamente la discarica le aveva portato via il marito, così non riuscimmo mai a distoglierla dal pensiero che lei stesse ne avrebbe seguito la sorte.

l.ba.

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