L’astro del ciel non è una cometa

 

Giunge il Natale e si ripresentano antichi misteri, come quello dell’astro del ciel che canteremo nelle sacre funzioni e molti hanno raffigurato nei Presepi di famiglia. Una ricerca di Fabrizio Bònoli, vice presidente della Società Astronomica italiana e professore associato al Dipartimento di Astronomia di Bologna, può aiutare a capir meglio questo affascinante enigma di “archeo-astronomia”. Iniziamo dai Magi.

Il Vangelo di Matteo fa riferimento a persone di alto lignaggio come indicherebbero i doni, ma anche con una cultura superiore per interpretare “le cose del cielo”. Probabilmente i Magi venivano dall’Assira o dalla Media, circa 900 Km da Betlemme, e nei più antichi dipinti com in quello del VI sec. d.C. di Sant’Apollinare Nuovo in Ravenna sono raffigurati infatti con abiti persiani e non in quelli arabeggianti della tradizione.

Erode il Grande morì il 4 a.C. poco dopo la visita dei Magi e dopo un’eclisse lunare, che avvenne in quei luoghi il 13 marzo 4 a.C. Il Vangelo di Matteo fornisce la notizia più curiosa quando ci racconta del colloquio riservato tra Erode ed i Magi ove questi gli spiegarono segretamente le loro osservazioni. Per essere una cometa, la Stella di Betlemme non deve essere stata molto evidente. Il Vangelo di Matteo parla della Stella indicandola come “astron” cioè fenomeno del cielo stellato, non dice di una cometa, a quei tempi considerate come un evento meteorologico. E allora perché si parla da sempre di cometa? Sembra che la responsabilità sia di Giotto e della sua stupenda Cappella degli Scrovegni a Padova, forse l’artista rimase impressionato dal passaggio della cometa di Halley che ebbe occasione di osservare. Ciò nonostante l’immagine della cometa fece fatica ad affermarsi ed i dipinti successivi per tutto il 1300 mostrano sempre una stella, è dal secolo successivo che inizia invece a diffondersi la più scenografica cometa.

Che cosa videro i Magi? Dalle cronache e da simulazioni sappiamo che la cometa di Halley fu osservata in Medio Oriente tra il 12 e l’11 a.C. e ce ne fu un’altra poco dopo eppure sarebbero stati dei fenomeni visibili a tutti e carichi di significato. L’ipotesi cometa va dunque scartata. Alcuni studiosi hanno pensato alla comparsa di una stella Nova o di una Supernova, stelle massicce che giunte nella fase finale della loro vita esplodono scagliando nello spazio gli strati gassosi più esterni ed aumentano enormemente la loro luminosità da essere visibili improvvisamente anche di giorno e per settimane. C’è un fatto notevole tuttavia, una stella nova o supernova ruota durante la notte come tutte le altre stelle, le Scritture ci dicono invece che “la stella…li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”.

Rimane ormai da considerare gli oggetti celesti a cui forse si pensa meno guardando un cielo stellato, i cinque pianeti visibili ad occhio nudo, vale a dire Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, che hanno moti diversi dalle stelle.

Ebbene sembra proprio che la chiave di questo mistero di meccanica celeste sia stata una particolare configurazione di Giove e Saturno, che alla fine dell’8 a.C. hanno iniziato ad avvicinarsi alla volta celeste e all’inizio del 7 a.C. erano visibili ad Oriente subito dopo il tramonto del sole: brillanti e vicini, e così per tutta l’estate di quell’anno. Verso fine anno gli si avvicinò anche Marte e tutti e tre rimasero avvinghiati in questa grande congiunzione che capita ogni 800 anni, sullo sfondo della costellazione dei Pesci. I tre pianeti dovevano apparire quasi immobili ed alti in cielo, brillanti su Betlemme proprio nell’autunno del 7 a.C.!

Per i nostri Magi, Giove era il simbolo della regalità e divinità, Saturno della giustizia, la parte centrale dei Pesci indica la “casa di Davide” ovvero Israele, ed ancora, il Sole sorge ad Oriente cioè nasce la luce. Tutti componenti di un rebus stellare, alla portata di pochi colti, che i Magi potrebbero aver interpretato all’incirca come “un nuovo Re di giustizia sta nascendo in Israele”.

(da un progetto di didattica, divulgazione e informazione astronomica a cura dell’Inaf-Osservatorio Astronomico di Padova)

di Gianluca Perini

 

 

l'astro del ciel non è una cometa
part. “la cavalcata dei Magi” di Benozzo Gozzoli a Palazzo Medici. La splendida cavalcatura del Mago adulto è forse ispirata a una testa di cavallo in bronzo, verosimilmente risalente alla tarda classicità, che faceva parte delle collezioni di Lorenzo. Il vigoroso Mago d’età matura dalla veste superbamente ricamata che gli scende fin sotto il ginocchio, avrebbe il volto dell’imperatore d’Oriente Giovanni VIII Paleologo.

 

(articolo pubblicato nell’Eco cartaceo nel dicembre 2010)

One thought on “Cosa videro i Re Magi?

  1. L’astronomia, apparentemente così particolare da non entrare nel giorno per giorno della vita, ci porta invece – come in questo encomiabile progetto – ad una consapevole connessione tra cielo e terra, storia e attualità, conoscenza… In buona sostanza, un sapere profondo ed emozionante che fa pensare e sentire “gli astri del ciel” parte della nostra vita, a cui dobbiamo riconoscimento e partecipazione.

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