sconcertante, entusiasmante e scandaloso Dario Fo
A pochi giorni dalla scomparsa di Dario Fo, sulla facciata dello stadio delle Saline di Senigallia è apparso questo Murales. Realizzato da Michele Droghini, in arte Geos.
photo di Francesco Sestito

 

Ci sono artisti a cui capita di rappresentare qualcosa che va al di là della loro arte. Dario Fo è stato un grande uomo di teatro e di cultura. Solo per stupido pregiudizio qualcuno ha contestato il premio Nobel per la letteratura che gli fu assegnato nel 1997: era un riconoscimento, certamente non scontato ma per nulla arbitrario, alla qualità del suo lavoro e alla grande eco che ha avuto in tutto il mondo.

Come ogni vero artista, Dario Fo ha inventato un mondo e la lingua per raccontarlo. Chiunque ha assistito a uno dei suoi spettacoli o riesce a ricostruire quell’emozione nelle tracce che ne restano può confermarlo: quando ci si sedeva davanti al palcoscenico si entrava in un universo popolato di figure, immagini, idee, parole del tutto speciali. Se si aveva la fortuna di sedersi (spesso nella sale dove si esibiva Fo non entrava più nemmeno uno spillo) e quando si trattava di un vero palcoscenico (molte volte, per scelta propria o ostilità altrui, gli spettacoli di Fo trovavano spazio in luoghi non canonici – e perciò ancora più significativi).

Basterebbe questo per dare a Fo il posto che gli spetta nella storia del nostro paese. Ma c’è tutta un’altra dimensione che ha – nella vita di Fo e nei ricordi di queste ore – un peso enorme.

Dario Fo è stato un artista impegnato. Per quanto questa formula possa suonare retorica o desueta, esprime bene il ruolo che la sua arte ha avuto per un periodo lungo e tormentato della nostra storia. Con coraggio (ma anche con infinita, travolgente, decisiva allegria) nel suo teatro e fuori Fo ha detto verità difficili. E ha dato voce a chi non l’aveva, soprattutto in tempi in cui nessuna tecnologia poteva aggirare davvero mistificazioni mediatiche e verità di comodo.

Fino all’ultimo ha avuto la baldanza della sua parzialità. Sconcertando, entusiasmando, scandalizzando: come fa l’arte quando non accetta i limiti che le sono imposti. Dario Fo ha coltivato il suo straordinario talento artistico e insieme la sua ardita passione politica. Ma non lasciando che una vocazione cancellasse o indebolisse l’altra: questo è stato in fondo il suo capolavoro.

 

                                                                                             Marino Sinibaldi, direttore Radio3

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