Molti tumori, un tempo incurabili, oggi non solo sono curabili ma addirittura guaribili e non vanno affatto ad incidere sulla durata media della vita. Si parla di circa il 60% dei tumori. Di recente la diagnostica radiologica, la citologia & l’istologia patologica hanno avuto enorme sviluppo amplificato ulteriormente dalla recente pratica dello screening dei tumori al seno, collo dell’utero, colon-retto. Con il grande vantaggio di poter arrivare a diagnosi sempre più precoci, di tumori sempre più piccoli e in stadi sempre più iniziali. Quasi tutti pensano che il cancro sia una malattia progressiva con tendenza, in tempi più o meno lunghi, a diffondersi in organi lontani e alla fine in grado di uccidere. Ma così non è. Ci sono alcune forme di cancro che non progrediscono, né lo faranno mai, né potranno maii diffondersi in tutto il corpo. Queste forme indolenti e inoffensive, chiamate “Tumori non evolutivi”, possono svilupparsi in qualsiasi parte del corpo: nel polmone, seno, prostata, intestino, stomaco, tiroide, pelle. Studi autoptici condotti su persone che morivano per incidente stradale o altre cause, hanno mostrato che il 30% degli adulti ha un tumore tiroideo misconosciuto, il 40% delle donne tra 40 e 50 anni un cancro al seno localizzato, il 50% degli uomini tra 60 e 70 anni un cancro prostatico. Lo sviluppo scientifico di un’altra branca della medicina, l’oncologia medica, che si occupa della diagnosi e della cura dei tumori, non è stato altrettanto rapido per cui piano piano si è andata allargando la forbice tre le conoscenze diagnostiche -sempre in espansione- e le possibilità di cure oncologiche. Con il  risultato che ancora oggi i “Tumori non evolutivi”, presunti o accertati tali, vengono trattati con le stesse armi dei tumori maligni rapidamente progressivi (chemioterapia, radioterapia, ormonoterapia). Sarà corretto? O sarebbe necessario un trattamento diverso, alternativo, fitoterapico? O non intervenire affatto per evitare i pesanti effetti collaterali della terapia e la possibilità di creare nuovi tumori più aggressivi.

   Se utilizziamo i test diagnostici attuali (esami radiologici & biopsie tissutali) non siamo in grado di  differenziare i “Tumori non evolutivi” da quelli maligni a rapida progressione: il loro aspetto è identico. Per questo occorre validare nuovi test diagnostici e nuovi programmi di screening nella lotta alle malattie tumorali, al fine di identificare marker di progressione in grado di dire puntualmente, fin dal momento della scoperta della malattia, se il cancro sarà a lungo inoffensivo (“Tumore non evolutivo”) o se invece metterà pesantemente a rischio la vita delle persone. 

 

dott.Raniero Mancini

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