In questi ultimi 50 anni ci sono stati dei cambiamenti notevoli nella società che riguardano le mode, i costumi, la morale. Negli anni 60 il concetto di famiglia era diverso ci si sposava per “sistemarsi”, avere dei figli, una sicurezza, c’erano dei valori: l’amore, la fedeltà, l’onestà. Ci sono ancora? Ora sono diventati di secondo ordine. Il sesso, la libertà nei rapporti, il compromesso sono nuove religioni. La famiglia patriarcale composta da genitori, figli, nonni, nipoti era una sicurezza. Negli anni 70 la famiglia “nucleare” senza parenti (nonni) si è poi trasformata in famiglia “allargata” con separazioni, divorzi. Anche le risorse economiche sono cambiate, niente più sicurezze per il lavoro, nessuna fiducia nella fedeltà, i figli sono motivo di preoccupazione e di spesa. Non è più necessario avere un marito per avere un figlio: la fecondazione artificiale può permettere alla donna di essere autosufficiente. Nonostante tutto questo a mio avviso c’è un ritorno al vecchio senso di famiglia. Ora i giovani stentano ad andarsene di casa un po’ per le difficoltà economiche, per sfiducia e anche per non avere responsabilità. E’ più comodo stare sotto il tetto dei genitori dove la mamma provvede ai bisogni. C’è una regressione a livello giovanile: diventare adulti e responsabili è faticoso. Chi ce lo fa fare?

Maria Pia Augusti, psicologa

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