Fotografa e donna rivoluzionaria

SALA DELLE LANCE, OSTRA (AN) – FINO AL 29 SETTEMBRE 2019. LA MOSTRA RACCONTA LA FOTOGRAFA E RIVOLUZIONARIA DI ORIGINI FRIULANE EMIGRATA NEGLI STATI UNITI E POI TRASFERITASI IN MESSICO, DOVE PARTECIPÒ ATTIVAMENTE ALLA FERVIDA VITA CULTURALE E POLITICA CHE NEGLI ANNI VENTI DEL NOVECENTO ANIMAVA IL PAESE.

TINA MODOTTI , operai dell’edilizia nello stadio, Messico 1927, photo Courtesy Galerie Bilderwelt

Tina Modotti, marcia degli operai, Messico 1926, photo Courtesy Galerie Bilderwelt

Tina Modotti, mani del burattinaio (Louis Bunin), Messico 1929, photo Courtesy Galerie Bilderwelt

Edward Weston, ritratto di Tina Modotti, Messico 1923

Ostra si appresta ad ospitare la mostra “Tina Modotti fotografa e  rivoluzionaria”. Un’esposizione di valenza nazionale che viene presentata oggi, lunedì 2 settembre nel Palazzo comunale alla presenza del sindaco Federica Fanesi,  dell’assessore al Commercio Simone Bedini e del segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi,  Mauro Tarantino.

La mostra si compone di una serie d fotografie provenienti dalla Galerie Bilderwelt di Berlino di Reinhard Schultz. Obiettivo del progetto espositivo, ideato da Francesca Macera, è quello di ripercorrere le affascinanti vicende biografiche di Tina Modotti, far scoprire la sua grande abilità di fotografa e le passioni che ne condizionarono in maniera determinate l’esistenza, attraverso un percorso che si snoda in sei tappe, che ripercorrono i luoghi, le immagini, gli amici, gli amanti che fecero parte dell’affascinante universo di Tina. Di origini friulane, giovanissima emigrò negli Stati Uniti per poi trasferirsi in Messico, dove partecipò attivamente alla fervida vita culturale e politica che negli anni Venti del Novecento animava il paese. Il percorso espositivo si apre con la sezione dedicata alle sue origini e alla sua storia familiare. La seconda sezione documenta la sua breve carriera hollywoodiana, in qualità di attrice del cinema muto. Scritturata per parti da avvenente femme fatale, partecipa a diverse pellicole, tra cui The Tiger’s Coat del 1920 diretta Roy Clements, unico documento cinematografico superstite della carriera di attrice di Tina Modotti. Snodo fondamentale del percorso è la terza sezione, relativa alla fotografia, che Tina scoprì grazie all’incontro con il fotografo statunitense Edward Weston, che per molti anni fu suo mentore e con il quale si trasferì in Messico nel 1923 e intrecciò anche una lunga ed appassionata relazione sentimentale. Fotografano inizialmente gli stessi soggetti e oggetti, ma già da queste prime prove inizia a delinearsi la visione e la personalità fotografica densa di umanità della Modotti. Protagonista della quarta sezione in mostra è il Messico, terra di passioni e tumulti, in cui la giovane Tina trova rifugio, amore e soprattutto ispirazione. Qui si concentra soprattutto sul ritratto e sul soggetto umano, raffigurandolo sempre da un punto di vista inedito con l’obiettivo di evidenziarne la dimensione emotiva. La sua attività di fotografa va di pari passo con il suo impegno politico e i suoi scatti sono pubblicati dai più importanti giornali del tempo, come Il Machete, organo ufficiale del Partito Comunista Messicano. Al centro della quinta sezione, dedicata alle passioni che pervasero la sua vita, ci sono le fotografie degli amici, artisti ed intellettuali tra cui anche Frida Kahlo, Julio Antonio Mella, Vittorio Vidali che con la loro presenza animavano le lunghe serate di festa e di dibattito politico. Il sempre crescente coinvolgimento di Tina nella politica è al centro della sesta e ultima parte del percorso espositivo, un coinvolgimento tale che la porta ad abbandonare la fotografia per dedicare tutte le sue energie all’attivismo, un impegno totalizzante che la spinge per lunghi periodi in Russia, Francia e Spagna, e poi a tornare in Messico, fino alla sua misteriosa morte avvenuta nel gennaio del 1942 a Città del Messico dentro a un taxi che la sta riportando a casa. L’obiettivo di Tina Modotti ha voluto sempre raccontare il mondo e le diverse sfaccettature della vita senza la pretesa di fare arte, ed è proprio questa sua peculiarità che ancora oggi affascina e rende la sua storia umana, artistica e politica ancora attuale e la consacra come una delle maggiori fotografe del Novecento.

La mostra, realizzata in collaborazione tra il Comune di Ostra  e la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, è stata già proposta, da aprile ad agosto, a Jesi ed ha rappresentato uno dei più importanti  appuntamenti fotografici nazionali dell’anno. A Ostra l’inaugurazione è prevista mercoledì 4 settembre, alle ore 18,  presso la Sala Grande del Comune. Rassegna che sarà visitabile, tutti i giorni fino al 29 settembre, dalle ore 17 alle ore 20 presso la  Sala delle Lance in vicolo Gherardi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *