Ha quasi 10 milioni di follower sui social. “Tutto è iniziato con una crostata su YouTube. La prendono in giro per il dialetto ma lei sostiene la sua marchigianità. Le riprese adesso le fa il marito.

Benedetta Rossi è nata e vive in provincia di Fermo, food blogger

Il suo immancabile grembiule è un’icona. “E’ come una divisa, l’unico accessorio d’abbigliamento che mi serve per stare bene. Cosa indosso sotto non importa, alla fine vesto sempre con un pantalone nero e una polo. Anche il trucco non conta granché”. Così, Benedetta Rossi, donna con la passione per la cucina, la vicina di casa brava a far le torte, l’antidiva per eccellenza, è diventata una diva. A colpi di like sui Social dove, dopo dieci anni, è ormai una delle top influencer con 6 milioni di follower su Facebook e 3,5 su Instagram. Con i programmi in tv arrivati ad allargare il pubblico più che farne un fenomeno. E i libri a testimoniarne il successo con già 800 mila copie all’attivo. Il suo prossimo ricettario “Insieme in Cucina – divertirsi in cucina con le ricette di Fatto in Casa da Benedetta” (Mondadori Electa) sarà in libreria dal 27 ottobre prossimo, eppure è già in testa con la preventiva alla classifica dei più venduti su Amazon.

Ma tutto è iniziato con piccoli video su YouTube, dove spiegava passo passo i piatti che proponeva nell’agriturismo dei genitori. Come nasce questa scelta? “Quando gli ospiti andavano via, entusiasti della cena, mi chiedevano le ricette. E io mi mettevo a scriverle, ma poi arrivavano via email e via telefono le domande per qualche piccola spiegazione. Allora ho avuto un’idea: pubblicare video tutorial per spiegare i passaggi. Era il 2005 e la crostata di ricotta ottenne 100mila visualizzazioni e un fiume di commenti. Incredibile e pensi che all’inizio nemmeno parlavo nei video. Si vedevano solo le mani. Per me l’esempio del fare è più importante del dire. Sono una che non si perde in chiacchiere, vado al sodo. E nel video quello era il mio modo di propormi”.

Il suo successo sta allora nel senso pratico e in questa genuinità nel proporsi? “Sì. E’ il mostrarmi, sempre, davvero per quello che sono, non dar peso all’immagine, ma al contenuto. Se ho l’appuntamento online e non ho fatto in tempo a coprire la ricrescita, non mi interessa, vado in onda. E le mie signore (così chiama in modo affettuoso le sue follower ndr) lo percepiscono. Non sono io la protagonista. La ricetta è sempre al centro. Non c’è uno studio dell’immagine. Ho un contatto vero col pubblico, che mi sostiene e me lo fa sentire con i messaggi. Devo comunicare con la mia cucina, che è fatta di ingredienti semplici che tutti hanno nel frigo e in dispensa, di sapori schietti”.

Come nasce la passione per la cucina? “Fin da bambina andavo a rubare le uova nel pollaio per mischiarle con la terra del giardino, per imitare la magia dell’impasto che vedevo fare in cucina da zia Giulietta. Così zia mi ha portato nella cucina vera, dove lavoravo i pomeriggi dopo lo studio al liceo classico e, più in là negli anni, mentre studiavo biologia marina all’università”.

Poi è arrivato il successo e l’amore del pubblico, ma anche le critiche sul suo modo di presentarsi. La feriscono? “Ho dovuto un po’ abituarmi al successo che, all’inizio, mi spaventava, avevo paura di sbagliare. Ma la fama è arrivata in età adulta, ho 48 anni, ero già strutturata. Mi rimproveravano a volte il look troppo semplice, ma non voglio essere schiava di uno stylist. E, quel che più mi dispiace, è che mi contestano l’accento marchigiano. Se parla un toscano, un napoletano, un milanese la cadenza sembra un valore aggiunto. Se parla un marchigiano sembra una cacofonia. Mi hanno suggerito corsi di dizione. Mi sembra assurdo. Sono me stessa anche per la mia marchigianità. Ma ripeto: le mie signore mi sostengono”.

Non solo signore. Il suo pubblico, a vedere dai social, si è allargato anche in modo sorprendente. “Per lo più sono donne dai 35 ai 55 anni. O anche più grandi, signore neo-digitalizzate a cui magari figli o nipoti hanno regalato il tablet. La cosa bella è che, quando sono arrivata in tv pensavo che sarebbe aumentata l’audience tra gli adulti, visto che la televisione ha un più grande bacino generalista. Invece a sorpresa ho fatto breccia nel cuore dei bambini, come una Cristina d’Avena della cucina. MI scrivono e mandano video di quando fanno le mie ricette insieme alle nonne. La cucina unisce le generazioni”.

Dietro la telecamera c’è suo marito Marco. Quanto conta la sua presenza? “E’ un sostegno. E’ il mio complice, il mio lavoro e il mio tempo libero. All’inizio aveva una sala giochi. Quando ha capito la mia passione, mi ha regalato una macchina fotografica e io facevo tutto da sola, il sete, le riprese, montavo e pubblicavo i tutorial. Col tempo ha deciso di vendere la sua attività e adesso dividiamo lavoro e tempo libero. Amiamo viaggiare, stare nella natura – ci siamo conosciuti durante una gita a cavallo -, curare l’orto, fare passeggiate in campagna. Sì, siamo un po’ contadini, e fieri di esserlo”.

Eleonora Cozzella, da “La Repubblica” di sabato 24 ottobre

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