Mario Giacomelli, il poeta del bianconero

La mostra a Milano allo spazio NonostanteMarras

dal titolo “Per tutti la morte ha uno sguardo”

fino al 18 gennaio 2018

 

dalla serie “verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, Mario Giacomelli

 

“e io ti vidi fanciulla”, Mario Giacomelli

 

Alla vigilia di Natale del 1953, un ragazzo di ventotto anni si compra una macchina fotografica economica, legge le istruzioni che raccomandano di scattare tenendo le braccia ben strette sui fianchi per non rischiare di fare fotografie mosse, si reca sulla spiaggia della sua Senigallia, inquadra uno zoccolo abbandonato sul bagnasciuga e scatta muovendo la macchina. In quel suo primo gesto ribelle, in quella sua prima immagine volutamente inquietante che avrebbe chiamato con un bel titolo metaforico “L’approdo” c’era già in nuce la poetica di quello che sarebbe diventato uno dei più geniali fotografi italiani, Mario Giacomelli.

Il desiderio di uscire dagli schiemi, l’indifferenza per l’attrezzatura (la Bencini e poi la definitica Kobell erano fotocamere molto semplici), la profondità nel cogliere gli aspetti poetici e tragici della vita hanno caratterizzato quasi mezzo secolo di carriera e consegnato il fotografo a una fama internazionale. “Per tutti la morte ha uno sguardo” è il titolo di una sua personale (50 famose fotografie provenienti dall’Archivio Mario Giacomelli e Katiuscia Biondi) curata da Francesca Alfano Miglietti e Giacomo Pigliapoco che si inaugura martedì 28 novembre alle 19 (fino al 18 gennaio 2018) negli spazi di NonostanteMarras.

Qui si intrecciano due grandi tematiche che scorrono parallele: quella colta all’interno degli ospizi dove si consuma la vita, in ricerche come “Verrò la morte e avrà i tuoi occhi” o “E io ti vidi fanciulla” e quella suggerita dai paesaggi naturali dove la terra appare incisa e attraversata da cicatrici simili alle rughe delle mani di chi l’ha coltivata. Le stampe, queste sì realizzate con grande tecnica, si caratterizzano per i forti contrasti fra i bianchi accesi e i neri profondi che alludono alle contraddizioni della vita e fanno di Giacomelli un fotografo capace di misurarsi con il linguaggio della poesia.

 

Roberto Mutti

 

inaugurazione martedì 28 nov. alle 19

Da lun. a sab. 10 -19

dom. 12 – 19

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