Ad Ascoli Piceno una manifattura di terra e fuoco

Fiori di campo, fichi, ciliegie e mele. I festoni dipinti con cui, nel XV secolo, Carlo Crivelli adornava le sue Madonne escono dalle cornici e, trasportati da artigiani geniali, finiscono fra piatti, vasi e servizi da tavola. Ascoli Piceno è terra di preziose maioliche: dei decori ispirati a Crivelli (il pittore morì qui nel 1495) ha fatto una delle sue cifre, con rosette, suggestioni rurali, superfici marmorizzate. Nel Settecento, con i monaci del convento di San’Angelo Magno, viene avviata una vera fabbrica, un polo che attirerà poi l’estro di abili famiglie di artigiani come i Paci.

Superata la prova del sisma del 2016, la tradizione resiste, coltivata (anche) da giovani che plasmano forme del futuro con tecniche del passato. Una storia celebrata dalla mostra Con il fuoco e con la terra, l’arte della maiolica ad Ascoli Piceno dal XV secolo a oggi (www.ascolimusei.it), fino al 3 novembre al Museo dell’arte ceramica.

Anna Gandolfi

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