Piogge intense, inondazioni e alluvioni storiche a Senigallia

Fiume Misa, 29 febbraio 2020 (Rossano Morici)

La ricerca di Giuseppe Santoni e Rossano Morici, Misa amaro, sottotitolo Piogge intense, inondazioni e alluvioni storiche a Senigallia dal secolo XV al secolo XX, è il racconto degli eventi calamitosi di un fiume a carattere torrentizio documentati negli ultimi cinque secoli.

Con un bacino imbrifero modesto e un’asta fluviale di brevi dimensioni, il Misa però si trasforma in un mostro di acqua e fango – come in un brutto sogno – quando le cataratte del cielo si aprono e lasciano cadere piogge intense e continue in un tempo relativamente breve. “Amaro” in condizioni normali il fiume non lo è affatto, perché scende dolcemente dalla sorgente del Monte San Donnino tra scorci suggestivi e attraversa tranquillo la valle che prende il suo nome, sino a raggiungere la foce a Senigallia.

Libretto dell’Albertino (dettaglio): la colossale alluvione del 27 novembre
Al penultimo rigo è scritto: Diluvio d’acque a Seneg(alli)a l’anno 1470, 27 novembre.
(Archivio Storico Comunale Senigallia, v. 812, Quinterno 2º, p. 11, n. 94)

La storia dei suoi furori è qui raccontata col conforto di documenti preziosi dell’Archivio Storico della Biblioteca Antonelliana di Senigallia: le piene, le inondazioni e gravi alluvioni che colpirono la città dal XVI al XX secolo, portarono distruzione e disperazione.


Notaio Giuseppe Ghinelli, anno 1765, cronaca dell’alluvione in tempo di fiera
(Archivio di Stato di Ancona, Notarile Senigallia, vol. n. 1318, carte non numerate in coda al registro)

Una simile ricerca non mancherà di interessare in primo luogo gli utenti della Biblioteca e gli studiosi di scienze naturali; ma anche la generalità dei cittadini, sensibili come sono ormai alle condizioni del tempo dalle quali dipendono gli umori del loro fiume; ogni volta col pensiero: come andrà stavolta?

Gli autori del libro nell’intitolarlo Misa amaro, avranno pensato che forse nessun altro titolo era più adatto, visto che i testimoni delle epoche passate scrivevano che: «è difficilissimo di potere scrivere tutte le stridolenze che si sentirono a Sinigaglia» durante alcuni eventi che narrano, oppure che: «La compassionevole e memoranda disgrazia accaduta» è ben giusto che «resti a posteri di memoria», «attesoché il danno fatto e recevuto è stato inestimabile».

Come era possibile perciò intitolare diversamente, se non «Misa amaro», un libro sulle alluvioni storiche di Senigallia?

Giuseppe Santoni e Rossano Morici, nel narrare le «Piogge intense, inondazioni e alluvioni storiche a Senigallia» dal secolo XV al secolo XX, danno conto di ben 43 eventi alluvionali documentati, di cui 16 gravissimi, e di un’altra decina di eventi in cui, per fortuna, le grandi perturbazioni meteorologiche non dettero origine a vere e proprie inondazioni.

Lapide della chiesetta di S. Sebastiano
L’epigrafe è posta nello stipite della porta tra la sagrestia e l’altare.
Notare in basso al centro la data 3 maggio 2014
apposta a matita dal parroco del Portone don Giancarlo Giuliani (foto Learco Perini, 29 maggio 2014).
Altezza delle alluvioni del 1855 e del 1897
Epigrafe con le date delle inondazioni nella chiesetta di S. Sebastiano di Senigallia
(foto Paolo Formiconi, 6 luglio 2019)

Le fiumane avvennero in tutte le stagioni e i mesi dell’anno, soprattutto durante l’autunno e durante il mese di luglio, in coincidenza con il mare grosso da levante, da ostro, scirocco, libeccio e bora.

Il Misa, le cui acque scorrono così pigre e deboli che non riescono a trasportare a valle i detriti e interrano l’alveo, talvolta da piccolo torrente «sonnolento, per più mesi all’anno quasi completamente asciutto» può risvegliarsi all’improvviso e trasformarsi in un torrentaccio violento che genera «una grave preoccupazione per la nostra città».

Molino Marazzana: misurazione del livello dalla piena del 22 ottobre 1897
Il livello delle acque giunse a quota 145,5 cm dal piano stradale attuale
Piazza delle Erbe e Albergo Roma, alluvione 22.10.1897
(Archivio Storico Comunale Senigallia, Album n. 9, foto n. 682)
Via Portici Ercolani allagata e ponte in ferro sul Misa
Anno 1897, 22 ottobre (Archivio Storico Comunale Senigallia, Album n. 9, n. 681)

Nella loro ricerca gli autori hanno considerato inoltre non solo la città, ma tutta la platea alluvionale su cui sorge Senigallia, compresi i numerosi fossati che non confluiscono nel Misa ma sfociano (o sfociavano) direttamente in mare e che nei secoli hanno generato gravi problemi di contenimento delle acque meteoriche, intorno (o sopra) ai quali negli ultimi decenni si è costruito irresponsabilmente.

Alluvione del 30 novembre 1940, foto Amleto Leopoldi (ASC-Sen, Album 9, foto n. 676).
A sinistra Largo Boito con il traliccio elettrico; a destra il fondaco dell’ex Collegio Germanico;
il parapetto dell’argine del fiume è stato demolito dalla piena.
1940, argine del Misa demolito dalla piena in via XX Settembre
1940, Viale del Littorio (oggi viale Matteotti) e chiesa del Portone
Portici Ercolani allagati (Foto Leopoldi, 1976)
1976, 19 agosto: Via Carducci allagata nel Rione Porto
Piazza delle Erbe e piazza Manni invase dall’acqua
L’acqua arriva fino a Piazza Simoncelli: alberi e persone a sinistra (Leopoldi, 1976)
A sinistra un tratto di via Dogana Vecchia allagata. L’acqua al di là del muraglione è a livello di quella del fiume.
A destra in alto le acque esondate lambiscono il Foro Annonario (foto Internet Archive)
19 agosto1976, il Misa deborda dalla paratia mobile del Ponte 2 giugno

Un libro, in conclusione, di sicuro interesse per tutti i cittadini, e non, che ad ogni medio evento meteorologico stanno in grande apprensione per quello che può succedere all’improvviso.

Per permettere una consultazione più agevole, la ricerca si presenta divisa in due volumi: il primo dal secolo XV al XIX; il secondo tutto dedicato al secolo XX, è arricchito di grafici significativi di facile interpretazione, che aiutano a valutare meglio gli eventi narrati.

(Leonardo Badioli)

Copertina del libro “Misa amaro”

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