Un intervento personale a più voci dell’artista Giovanni Gaggia


 Con l’apertura del Museo Omero al pubblico, è finalmente visitabile anche l’opera di Giovanni Gaggia intitolata “Quello che doveva accadere” ospitata nello Spazio ‘900 e contemporaneo. Si tratta di un arazzo realizzato dall’artista e performer marchigiano nel quarantesimo anniversario della strage di Ustica, che chiude idealmente un ciclo che ha impegnato Giovanni Gaggia per dieci anni. 


La strage di Ustica colpì anche Ancona, città della famiglia Davanzali, armatori e proprietari della compagnia aerea Itavia, il cui DC-9 fu abbattuto, in circostanze non ancora del tutto chiarite, il 27 giugno del 1980. Una tragedia che causò 81 vittime cambiando la sorte di molte famiglie e lasciandosi dietro uno strascico di segreti e di dolore.


 L’opera di Giovanni Gaggia è un percorso intimo che si sviluppa nella lentezza e nella processualità del ricamo trasformando l’azione artistica in un atto di meditazione, in cui l’artista sublima i fatti che sfumano sul piano della storia e della politica, mettendo in luce la pluralità delle storie, delle voci, delle vite, dei sentimenti.
 
Questo nuovo lavoro riprende concettualmente quello realizzato cinque anni fa a pochi passi dalla Mole, sotto l’arco di Traiano.
In questo caso la frase “Quello che doveva accadere”, suggerita da Daria Bonfietti (presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della Strage di Ustica), durante il suo primo incontro con l’artista a Bologna, davanti all’installazione di Boltanski, è scritta in Braille.
 
Ad accompagnare l’opera anche una serie di contributi sonori, in cui persone attive nel mondo dell’arte e della cultura italiana hanno proposto una propria personale riflessione sul rapporto tra arte e memoria. A quelle previste a tutt’oggi si stanno aggiungendo altre voci illustri tra cui quella del poeta Umberto Piersanti.
Tali contributi potranno essere ascoltati tramite particolari audio-penne disponibili in mostra o sul sito del Museo.
 
Il 12 marzo 2021 nel corso di un’azione che verrà documentata attraverso un video, l’artista riporrà l’arazzo in un tubo metallico con la scritta Braille “Quello che doveva accadere” che rimarrà in permanenza presso il Museo Omero corredato degli audio. Una sorta di Sefer Torah, il rotolo in cui è trascritta la Trh il testo sacro ebraico che, nella forma tradizionale, è arrotolato e conservato nell’Aron, l’armadio sacro. I rotoli della legge ogni sabato vengono srotolati e letti durante la funzione e riposti nell’armadio sacro. L’arazzo una volta riposto, verrà srotolato ed esposto soltanto in momenti importanti.

“Quello che doveva accadere”

A cura di Stefano Verri
Museo Tattile Statale Omero

Ancona 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *