Un “girone” lungo trecento capolavori per raccontare il mito di Dante nella storia. La città di Forlì e le Gallerie degli Uffizi insieme per la maximostra del settecentenario dalla morte del sommo poeta

Inaugurata ieri a Forlì l’eccezionale mostra di fortissimo richiamo internazionale “Dante, la visione dell’arte” con trecento opere prestate da gallerie e musei di ogni parte del mondo per celebrare degnamente Dante700, occasione stupenda per rilanciare il turismo culturale e non solo a supporto vitale della nostra economia da oltre un anno in ginocchio, come ho sottolineato a fine conferenza stampa al Direttore Fondazione Cariforlì Dr. Gianfranco Brunelli, ideatore del progetto espositivo insieme al Direttore degli Uffizi Eike Schmidt, chiedendogli di fare l’impossibile per allungare la durata della mostra di un mese o qualche settimana dopo l’11 luglio. Come concluse Dante la sua opera universale, “così uscimmo a riveder le stelle”, è il nostro auspicio per il successo della mostra e la ripartenza dei flussi turistici verso l’Italia. (Enzo Prediletto)

         Ci sono Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Michelangelo, Tintoretto, Canova, Andrea del Castagno, autore di una delle primissime raffigurazioni del ritratto del Sommo Poeta; fino ad arrivare ai preraffaeliti, ai macchiaioli ed al Novecento, con Galileo Chini, Plinio Nomellini, Felice Casorati, Carlo Fontana, Pablo Picasso. Più che una mostra, Dante. La visione dell’arte, è un vero e proprio ‘girone monstre’, affollato di capolavori, oltre che un viaggio nella storia dell’arte tra Medioevo ed età contemporanea, forte di una selezione di circa trecento opere dal Duecento al Novecento, tra dipinti, sculture, disegni, illustrazioni e manoscritti.

         L’esposizione, visitabile a Forlì, nei Musei San Domenico dal 30 aprile al 11 luglio 2021 è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e dalle Gallerie degli Uffizi, nell’ambito delle celebrazioni per l’Alighieri promosse dal Ministero della Cultura: il suo ambizioso obiettivo è raccontare a tutto tondo la figura del padre della Divina Commedia, nel settimo centenario della sua morte.
         Frutto di un importante sodalizio tra i due enti, l’esposizione non è solo occasione per dare corpo all’anniversario dantesco: nel momento difficile che il mondo intero sta vivendo, intende rappresentare anche un simbolo di riscatto e di rinascita non solo del nostro Paese, ma del mondo dell’arte e dello spirito di cultura e civiltà che essa rappresenta.

         Il progetto nasce da un’idea di Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, Direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Con loro, curatori della mostra sono il Professor Antonio Paolucci e il Professor Fernando Mazzocca, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico.
         La scelta di Forlì come scenario dell’esposizione è parte di una strategia di valorizzazione di un luogo e di un territorio che non costituisce solo un ponte naturale tra Toscana ed Emilia-Romagna. Forlì è città dantesca. A Forlì Dante trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell’autunno del 1302, presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città. A Forlì fece ritorno, occasionalmente, anche in seguito.

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         La mostra
         Le sale del San Domenico ospitano circa 300 opere tra le più significative dal Duecento al Novecento, suddivise in 18 sezioni, in un percorso museale che comprende pittura, scultura, disegni e incisioni, manoscritti, edizioni rare.  Per la prima volta, l’intimo rapporto tra Dante e l’arte viene interamente analizzato e ricostruito, presentando gli artisti che si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini la potenza visionaria di Dante, delle sue opere e in particolare della Divina Commedia, o che hanno trattato tematiche simili a quelle dantesche, o ancora che hanno tratto da lui episodi o personaggi singoli, sganciandoli dall’intera vicenda e facendoli vivere in sé.
         Con uno stile magniloquente e antologico, l’esposizione conduce il visitatore alla scoperta della crescente fama di Dante attraverso i secoli. Dalla fortuna al mito.



         La sinergia con le Gallerie degli Uffizi
         Circa cinquanta tra dipinti, sculture e disegni le opere che le Gallerie degli Uffizi, co-organizzatrici del grande evento espositivo, hanno messo a disposizione di Dante. La visione dell’arte. Tra queste, da segnalare, proprio il recentemente restaurato affresco di Dante di Andrea del Castagno, ‘ringiovanito’ dall’intervento di recupero dell’Opificio delle Pietre dure; le evocative illustrazioni della Divina Commedia del pittore fiorentino del Cinquecento Federico Zuccari; il ‘cinematografico’ Francesca da Rimini nell’Inferno Dantesco del pittore romantico Nicola Monti, acquistato dal museo fiorentino appena lo scorso anno, in occasione del primo Dantedi (25 marzo).

         Non solo gli Uffizi, però, hanno aperto i loro ‘scrigni danteschi’ per la mostra, ma prestiti importanti sono arrivati anche dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Walker Art Gallery di Liverpool, dalla National Gallery di Sofia, dalla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, dal Museum of Art di Toledo, dal Musée des Beaux-Art di Nancy, di Tours, di Anger; e poi dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalla Galleria Borghese, dai Musei Vaticani e dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dalla Biblioteca Medicea Laurenziana, dal Museo di Capodimonte, dal Musée d’Orsay, dai Musei Capitolini, dal Museo Archeologico di Napoli. Musei e biblioteche di 30 città italiane hanno prestato le loro opere, in uno sforzo che potremmo definire nazionale.

         Dante: dalla fortuna al mito
         Dopo l’apertura con i Giudizi universali, la mostra affronta la prima fortuna critica del Poeta. Questa parte è raccontata attraverso i manoscritti e le prime edizioni a stampa della Commedia e alcuni dei più importanti Codici miniati del XIV e XV secolo. Apposite sezioni sono dedicate alla sua fama nella stagione rinascimentale, alla riscoperta neoclassica e preromantica del suo genio, alle interpretazioni romantiche e Novecentesche della sua opera ed eredità. Dante e la riscoperta del Medioevo, dai Nazareni ai Macchiaioli; il culto civile dal Risorgimento alla Prima Guerra Mondiale; la grafica e le edizioni a stampa tra la fine del Settecento e il Novecento.

         Diventare Dante
         Un capitolo particolare è dedicato al rapporto tra Dante e l’antico e tra Dante e il suo tempo. Dai busti dei riferimenti classici di Dante, da Cicerone a Seneca a Omero, a Platone e Aristotele, fino al racconto della politica al tempo di Dante con il confronto scontro tra Comuni Chiesa e Impero. Chiude questa parte il riferimento alla poetica della Vita Nova e alla figura di Beatrice, che il Poeta eleva a emblema del rinnovamento dell’arte e delle sue stesse positive passioni. Sono esposte qui opere di Henry James Holiday e Dante Gabriel Rossetti.

         Di canto in canto. Rappresentazioni della Commedia
         Tra i protagonisti della mostra ci sono anche le molteplici raffigurazioni che alcuni tra i più grandi artisti hanno offerto nel corso della storia della narrazione dantesca dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. Sarà l’Ottocento, con l’esaltante riscoperta romantica della Commedia, ad offrire una nuova lettura del poema, in particolare dell’Inferno, visto come uno straordinario repertorio di temi sublimi dove emergono personaggi come Paolo e Francesca e il Conte Ugolino, Farinata e Pia de’ Tolomei, destinati a diventare universali e a entrare nell’immaginario collettivo sostituendo l’antica mitologia. Compaiono qui capolavori di Ary Scheffer, Frédéric-Auguste Bartholdi, Mosè Bianchi, Victor Prouvé, Gaetano Previati, Pierino da Vinci, Nicola Monti, Vitale Sala, Domenico Morelli, Fedi Cassioli, Albert Maignan, Camille Boiry, Gioacchino Assereto, Vincenzo Gemito, Henry de Groux, Franz von Stuck, Carlo Fontana.

         Il percorso si conclude con capolavori ispirati, nella loro composizione, al XXXIII canto del Paradiso come la visione del Paradiso di Tintoretto, la Preghiera di San Bernardo di Luca Signorelli, la Madonna con Bambino di Matteo di Giovanni, la Vergine consolatrice di William-Adolphe Bouguereau e la Trinità di Lorenzo Lotto.

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       Il catalogo
         La mostra è accompagnata da un importante volume in lingua italiana a cura di Gianfranco Brunelli, Fernando Mazzocca, Antonio Paolucci, Eike D. Schmidt, pubblicato da Silvana Editoriale (528 pagine – 450 illustrazioni), con saggi di Marco Antonio Bazzocchi, Alessandro Betori, Jan Blanc, Lina Bolzoni, Gianfranco Brunelli, Alberto Casadei, David Ekserdjian, Mario Finazzi, Francesco Leone, Fernando Mazzocca, Alessia Mistretta, Francesco Parisi, Paolo Procaccioli, Paola Refice, Lorenzo Riccardi, Ulisse Tramonti.

         
Dal 30 Aprile 2021 al 11 Luglio 2021

FORLÌ | FORLÌ-CESENA

LUOGO: Musei San Domenico

INDIRIZZO: Piazza Guido da Montefeltro 12

ORARI: da lunedì a venerdì: 9.30-19.00; sabato, domenica, giorni festivi: 9:30-20:00. La biglietteria chiude un’ora prima

CURATORI: Antonio Paolucci, Fernando Mazzocca

ENTI PROMOTORI:

  • Gallerie degli Uffizi
  • Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

COSTO DEL BIGLIETTO: Intero € 14, Ridotto € 12, Speciale € 5.50, Biglietto speciale famiglia € 27 (due adulti e fino a tre minori di 14 anni). Gratuito per bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, diversamente abili con accompagnatore, due accompagnatori per scolaresca, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino

TELEFONO PER PREVENDITA: 199.15.11.34

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0543.36217

E-MAIL INFO: mostre@fondazionecariforli.it

SITO UFFICIALE: http://www.mostradante.it

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